
Ebbene si… Dopo questa lunghissima assenza, torno a scrivere.
Non che io vi sia mancato, lo so. Mi siete però mancati voi, miei cari lettori. : )
Mi sono preso una pausa riflessiva,
un sigaro dopo l’altro ho perfezionato il mio programma di allenamento, ho cambiato nuovamente lavoro e mi sono concesso tutto il tempo del mondo per studiare questa strana umanità.
Ora….i tempi corrono veloci e fin qui c’eravamo arrivati tutti, le multinazionali ci vogliono ridurre allo stato vegetale, siamo esseri controllati e studiati al pari di quattro misere (povere loro) cavie da laboratorio e anche fin qui c’eravamo arrivati tutti.
Ma la domanda è: ” ce l’avete voi un modo per uscire da questa subdola prigionia?”
Siamo sempre stati esseri geniali, dotati di estro e perché no, fantasia a non finire. Uso il passato perché a quanto pare questa stramaledetta fantasia è stata, neanche troppo lentamente, rimpiazzata da valanghe di protocolli e procedure da seguire.
Qualche anno fa, mi preoccupavo del fatto che potessimo essere rimpiazzati da robot,
no signori, ad oggi ho capito che robot, lo stiamo diventando noi…
proprio così, ci stiamo robotizzando, ma nel peggiore dei modi, i dati che ci impartiscono sono sempre quelli sbagliati. Ben ritrovato..👍👍😉
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Olà max. Purtroppo viviamo in un mondo di procedure. Procedure che azzerano completamente ogni facoltà cerebrale dell’essere umano.
Cambiando discorso, in tutto questo tempo, hai fatto un po di plank? ; )
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Ciao wisky, essendo il pianeta Terra un luogo in cui per milioni di anni hanno sperimentato, le forme umanoidi aliene, la loro progenie, cioè noi, come possiamo contrastarne il processo attraverso i nostri “umili” mezzi? Certo che ci penso a questo loop labirintico, in cui ogni porta riconduce alla medesima senza che ce ne rendiamo conto. Famiglia, TV, cellulare, ore ed ore di aggiornamenti sul lavoro, cambi di strategie per depistare e diventare depistato a sua volta, atteggiamenti robotici, asettici tra persone, immagini che hanno reso la vita di un altro colore. Letteralmente viviamo in un vivaio oppure molto allegoricamente “un pollaio” la cui “rete” ( che potrebbe essere benissimo internet) ci impedisce di guardare ciò che dovremmo. Il cibo crea una chimica troppo coinvolgente, trasformando l’umore in una sorta di confusione mentale assopita da stomaci ingordi. Molto, troppi sentono il disagio senza poterne dare voce, sia per un discorso di parole, forse ancora da inventare, per poter attraverso il verbo, dare un significato più capibile a quelle sensazioni o forse è così vario lo stato d’animo della persona da non avere il tempo di farlo, troppo di fretta, nel momento sbagliato, circondati sempre da troppa gente, anche questo porta al dimenticarsi di che cosa sentiamo. Chissà…ognuno ha un film in testa che forse che segue che cosa, la logica oppure il destino?
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Commento semplicemente geniale. Complimenti. Ti arruolo come mio braccio destro o sinistro se preferisci, per non creare contrasti politici.
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Bentrovato 😊
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Giusto una piccola assenza
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