La vita è proprio strana, qualche ora prima di assistere alla nascita di mio figlio…
BOOM!! incidente in moto.
Tranquilli, non c’è nessuna intelligenza artificiale che scrive al mio posto. Ergo, sono vivo.
Ancora sdraiato sull’asfalto pensavo a quanto fossi sfigato, occhio e croce non avrei assistito al parto, allo stesso tempo dopo una rapida ispezione, esordii dicendo :”ma che fortuna, sono vivo”.
Ero quell’attimo confuso.
Anche se, poco più tardi, a mente lucida, in ambulanza, ragionai su una cosa,
vita e morte camminano a braccetto. L’una non è nulla, senza l’altra.
Si nasce, si cresce e si muore. E quando si muore è finita.
Oggi vi parlo di un piccolo sigaro cubano, accessibile a tutti, dato il prezzo contenuto (in Italia 4,30 euro al pezzo),
accessibile sì, ma non per questo meno buono di altri sigari molto più costosi. Anzi, personalmente apprezzo il mananitas perchè rappresenta a pieno il concetto di SUDORE e FATICA dei coltivatori cubani, chiamati per l’appunto vegueros.
Lavorare nei campi è fatica allo stato puro, ve lo dice uno che arriva dalla profonda campagna e che niente popò di meno ha lavorato per qualche annetto in mezzo alle piante del mais. Nulla a che vedere con un vegueros intendiamoci, la mie esperienza campagnola è durata solo pochi anni.
Ricordo che mi occupavo principalmente di serre e….rullo di tamburi..
dell’emasculazione del mais.
Caldo, sole cocente sulla testa, insetti, foglie del mais taglienti come lame e soprattutto ricordo quella costante puzza di gasolio e grasso di motore che si mischiava con l’inebriante profumo del mais.
Lo so lo so, ho rovinato la vostra idea di campagna fatta di uccellini che cinguettano e aria pura, però sappiate che a distanza di parecchi anni, quando mi capita di risentire quell’odore, mi rilasso…da qui il titolo amarcord : )
Ricordo poi questi contadini, non erano tanti, ma rappresentavano il cuore pulsante dell’azienda agricola, erano storici, dei veterani consumati dal tempo e dal sole soprattutto, era come se avessero sulla faccia, gli stessi solchi tracciati dai loro trattori nei campi.
Ecco perché quando vedo certi esaltati da palestra, con tanto di frasi epiche annesse alle loro foto e poi penso a questi inossidabili contadini, mi viene da sorridere.
Il lavoro iniziava se non ricordo male alle 7, colazione, pantaloni lunghi e camicia a maniche rigorosamente lunghe, due panini una bottiglia di acqua e via in sella al motorino verso il punto di raccolta. Quattro chiacchiere, una sigaretta, qualche sbadiglio e poi in lontananza eccolo che arriva, il trampolo.
Prodigio dell’ingegneria meccanica agricola di quei tempi. Un volante e quattro ruote.
Torniamo ai mananitas che è meglio.
unico figurado della famiglia, offre una fumata piena, corposa, è un sigaro medio forte che rilascia note vegetali e di terra, la fumata non è lunga 30-40 minuti circa. Prodotto interamente a mano con foglie provenienti da Vuelta Abajo, Cuba. Questi sono i sigari che originariamente i vegueros producevano ad uso esclusivamente personale.
Ritengo quindi sia un onore poter degustare questa prelibatezza cubana.