Vi racconto una storia

Una storia che ha dell’incredibile, una storia che mi ha fatto riflettere, una storia triste che ancora una volta mi conferma quanto la vita su questo pianeta sia frutto di casualità, coincidenze e di una legge, chiamata, legge della sopravvivenza, una storia che mi portò a delle grosse riflessioni, riflessioni che vennero pian piano, come al solito, allontanate dalla solita routine.

Lontano 2002, io e altri tre amici decidemmo, per il secondo anno consecutivo, di trascorrere il capodanno all’estero, più precisamente a Berlino.

Detto fatto, il pacchetto comprendeva viaggio in autobus e ben tre notti di soggiorno in una delle più belle città Europee, Berlino appunto.

Si trattava di un tour guidato, il pullman in questione era partito dalla Puglia e risalendo verso Nord aveva via via raccolto tutti i partecipanti, la nostra era l’ultima tappa (guardate che lo so, mi starete chiamando mangianebbia ☺).

Trattandosi di Tour, per forza di cose era prevista la presenza di una Tour leader.

Per di più, la nostra non era una semplice tour leader, era una gnocca leader.

Aveva la nostra età e sfoggiava quel accento Veneto che da sempre attira la mia attenzione. Ad ogni modo, essendo noi, tour leader compresa, i più giovani del pullman, entrammo subito in confidenza.

Fu così che nei momenti liberi, iniziò a girare un po’ con noi. Era bella e simpatica, una ragazza veramente speciale, una di quelle persone (ad oggi molto rare) delle quali senti di poterti fidare, sin da subito.

Per farvela breve, conquistò i cuori di tutti e come accade sempre con le cose belle, finiscono sempre velocemente.

Come da prassi, scambiammo e-mail e numeri di telefono e per un po’ mantenemmo i contatti, contatti che lentamente si allentarono e a poco a poco svanirono. Come fosse stato un lungo sogno, che la vita di tutti i giorni aveva interrotto.

Gennaio 2018, quel giorno ero parecchio stanco, alcuni appuntamenti erano saltati. Decisi perciò di infilarmi nell’infermeria, per fare una velocissima dormita, un lettino così comodo non l’ho più trovato.

Premetto che io non ho assolutamente memoria, stavo per sdraiarmi quando ad un tratto, nella mia mente si delineò per filo per segno il suo nome. Sì…

avete capito bene, il nome della tour leader. Fui quasi spaventato, ricordo a malapena il mio di nome e poi erano passati ben 16 anni.

Che strano.

Senza dare troppo peso alla cosa, scrissi un messaggio al mio amico e mi buttai sul lettino.

“senti un po’ Ale, ma ti ricordi di Berlino? E della tour leader? Bei tempi quelli”.

Dicono che le coincidenze non esistano, oggi poi, protocolli e procedure sono all’ordine del giorno, le propongono come fossero i nuovi mantra da seguire, tutte cazzate, le nostre vite sono regolate e scandite da un’energia che nessuno potrà mai definire.

Un minuto più tardi Ale mi chiamò, dicendomi :” è successa una cosa assurda, sai di quella ragazza di cui mi hai parlato, Alessia (nome per ovvie ragioni da me inventato) è morta oggi!

Il sangue mi si congelò nelle vene.

Un anno prima Alessia fu vittima di un gravissimo incidente stradale, incidente che la paralizzò completamente, dalla testa ai piedi, incidente che avvenne a cavallo del capodanno. Per un anno, forte com’era, lottò come un leone, sfoggiando sempre il suo splendido e indimenticabile sorriso. Morì quel giorno.

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