Feudalesimo moderno

Milano duemilaventidue, mancano solo le cinte murarie e poi si potrà finalmente parlare di feudalesimo.

Non so se ne siete al corrente, ma nell’area C, la più centrale di Milano, potranno accedere liberamente auto di grossa cilindrata come Range Rover Velar e Porche Panamera, rigorosamente ibride a scapito, ad esempio, di city car come la Toyota Prius, anch’essa ibrida.

Ma pensa un po’.

Ebbene sì signori. Come dissero, la storia si ripete.

Si perché, stiamo a tutti gli effetti assistendo ad un clamoroso balzo in avanti del ceto alto a scapito dei qui presenti poveri consumatori.

Crisi varie e pandemia hanno rafforzato in me la convinzione che, al di là di sterili complotti, ci sia stato un evidente distacco tra ricchi e poveri. Non voglio parlare di manovre studiate a tavolino, ma sta di fatto che il ricco lo è sempre di più a scapito di un ceto, quello medio, in via di estinzione.

Cosa me lo fa pensare?

Ve lo dico subito.

– Il settore del lusso ha quadruplicato gli affari;

– le grandi multinazionali hanno quasi raddoppiato il fatturato, a scapito delle piccole, medie imprese;

– Hotel, spa e resort di lusso presi letteralmente d’assalto da manipoli di nuovi borghesi;

– istruzione pubblica letteralmente al collasso.

– lavoratori sempre più controllati e analizzati;

Apriamo gli occhi signori…

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u-OMINI moderni

più interessati a conoscere tutta la rosa della loro squadra del cuore che a soddisfare la loro donna.

Il sabato l’anticipo, la domenica il campionato e il lunedì il posticipo, a quarant’anni si trovano ancora a giocare con la play tra amici e a fare la collezione di bolidi da mettere in garage, come se avere la macchina più grossa gli allungasse di diritto il pxxx.

Signori, ma cosa siamo diventati? Poi ci lamentiamo se le nostre donne vanno a zonzo.

A cena li senti parlare, sembra che l’economia mondiale dipenda dalle loro mosse.

Suggeriscono all’idraulico come sistemare la caldaia, al giardiniere come potare le piante, al muratore come fargli la casa, poi però non sono manco in grado di cambiare una lampadina.

Un consiglio, toglietevi il tutu, pensate un po meno a quante volte ha fatto la cacchina Cristiano Ronaldo e tornate a fare quello per il quale siete venuti al mondo, gli uomini.

Cyber security

Mi duole parlare di questo tema, ma purtroppo è molto più vicino a noi di quanto possiamo immaginare.

Qualche settimana ho incontrato un mio vecchio amico, lui si occupa di cyber security presso un’importante multinazionale.

Così, facendo due chiacchiere del più e del meno sono emerse alcune cose che, tutti noi conosciamo, per sentito dire, sono cose che leggiamo sulle riviste, cose che lasciano il tempo che trovano o così noi crediamo, che fanno parte di una zona a cavallo tra la realtà e il fantascientifico.

Eppure tutti noi abbiamo una o più telecamere sempre addosso e anche un microfono. Abbiamo magari un sistema di videosorveglianza domestica connesso in rete. Abbiamo una casella di posta. Un profilo whatsapp ecc.

Bene, a detta sua, agganciarsi ad una di queste telecamere o ad uno di questi microfoni risulta essere più facile del previsto.

La cosa mi ha un po’ turbato devo essere sincero e a prescindere dal discorso videocamera, pensate solamente a tutti i dati che condividiamo ogni giorno, ma più semplicemente pensate alla cronologia delle nostre ricerche, se qualcuno potesse vederla.

Sarebbe come condividere il proprio diario personale.

NO-TAMPONE DAY

Così ho soprannominato la mia giornata di ieri.

Brevemente, ieri sveglia alle 4:30, colazione e via lavorare. Verso le 14 doveva, in linea teorica, finire il mio turno.

Ore 13, ricevo la chiamata del responsabile. Dovresti fermarti fino alle 18. Il tuo collega ha rinnovato la malattia.

Il mio collega non è ovviamente vaccinato è fin lì nessun problema. Vivi e lascia vivere è il mio motto. Ogniuno giustamente fa le sue scelte. Peccato che sia in malattia da tre settimane.

Strana coincidenza non trovate?

Di fatto non vuoi vedere la tua libertà limitata e quella degli altri?

E va beh, solita storia all’italiana

I benpensanti

Non amo le persone che si sforzano di essere positive a tutti i costi, come se spettasse a loro il divino compito di portare la pace nel mondo.

Non le amo perché sono persone fasulle, dei fake che respirano.

Loro hanno sempre la soluzione a tutto, tu sei nervoso e loro ti chiederanno stupite, del perché.

Tu hai un po’ di casini e loro ti guarderanno perplesse, come se non conoscessero il significato della parola “problema”.

Tu litighi e loro saranno li, pronte a dispensare consigli, a chiederti come mai è successo, a domandarti se è un periodo difficile.

Tu sottolinei che qualcosa non va per il verso giusto e loro, con un bel sorriso di plastica, ti diranno di rilassarti.

Satana esci dal loro corpo, non che io sia contro il pensiero positivo, anzi, il VERO pensiero positivo è sempre ben accetto. Bandisco solo quelle recite da quattro soldi, alle quali ogni tanto, anzi troppo spesso, devo assistere.

Personaggi così, dopo un po’ li ho sempre smascherati, l’ultimo poco tempo fa. Sembrava la reincarnazione di Gandhi, peccato solo che tra un sorriso e l’altro avesse un bel giro di…(ci siamo capiti).

Se fra di voi ci fosse qualche “va tutto bene” dei miei stivali, che alzasse la mano subito, please.

A tutti gli altri, una buona giornata.

Adulti capricciosi

Premetto che sono cresciuto in piena campagna, dove le cose più collinari che si possono scorgere, sono le rive dei fossi, dove un occhio attento potrebbe intravedere la curvatura della terra, sì avete sentito bene, sono un umile contadinotto e ne vado fiero.

Perché questa premessa? Perché in campagna, vige ancora la legge dei bisogni primari. Vero che ci siamo modernizzati anche noi, però la genetica è rimasta quella. Per bisogni primari intendo mangiare, bere e riprodursi. Per fare queste tre cose servono i soldi, i soldi si procurano con il lavoro, il lavoro deriva dal coltivare la terra, cerchio chiuso, fine dell’articolo.

Come vi dicevo ci siamo modernizzati pure noi, perciò ci sono i telefonini, la gente fa l’aperitivo, ci sono le sagre di paese, però infondo infondo, il filo comune rimangono i bisogni primari, tutto il resto è, diciamo, un contorno. E questa cosa ancora oggi, la si può tranquillamente percepire tra la gente, dai modi di fare, dagli atteggiamenti.

Ora, dal mio punto di vista è anche un po’ esagerata la cosa, non esiste solo il coltivare la terra, ma questo è tutto un altro discorso, del resto se ai tempi mi sono levato dalle pxxxe un motivo ci sarà stato.

Però poi mi sono scontrato con la dura realtà cittadina, dove se manca la rete internet per due minuti la gente va completamente nel pallone.

E qui signori, ho avuto i primi contatti fugaci con loro, loro sono dappertutto, si riproducono ad una velocità spaventosa, esseri mai sazi, calpestano il suolo cittadino in cerca di futilità e sciccherie, sono gli “adulti capricciosi”.

Avete presente dei bebè affamati ecco, aumentatene le dimensioni et voilà, un esempio perfetto di adulto capriccioso.

Due giorni fa un adulto capriccioso femmina in preda ad un attacco di isterismo mi ha sorpassato a tutta velocità con il suo transatlantico a quattro ruote, facendo manovre pericolosissime, il tutto per ciularmi il parcheggio.

Inizialmente pensavo non ci fosse il guidatore, tendenzialmente più hanno le macchine grosse e meno arrivano al volante, ma poi, dieci metri più avanti c’era praticamente un piazzale libero di parcheggi.

Mi sarei voluto fermare, ma poi vedendo questa donna minuta tutta plastificata scendere dal suo trilocale con rotelle, mi sono detto, “che cazzo fai Habanos? Te la prendi anche con i bambini adesso”.

Una buona domenica a tutti.

GIORNALISMO o TERRORISMO?

Ci lamentiamo dei talebani ma pure tanti giornalisti sono terroristi, aggiungerei a piede libero.

Da quando non seguo più i telegiornali la mia pressione arteriosa è rientrata nella norma.

Ora, capisco che tutti si debba lavorare, capisco che la notizia con più spargimento di sangue acchiappi più spettatori, capisco che i morti da virus facciano salire l’audiance, però ci deve tassativamente e ripeto TASSATIVAMENTE essere un’etica di fondo, altrimenti è la fine.

Che che se ne dica, le notizie, come avete potuto modo di constatare in questi ultimi tempi, hanno il potere di influenzare i nostri cervellini bacati, perciò il giornalista, cosciente di tutto ciò, dovrebbe saggiamente dosare le notizie che divulga.

Non lo so, mi piace vedere un po’ la cosa facendo un paragone con chi maneggia un’arma, chi maneggia un’arma ha potenzialmente la capacità di arrecare danno al prossimo, non a caso, solo chi ha la licenza può maneggiare tali oggetti.

Per il giornalista dovrebbe essere la stessa cosa, esso infatti può arrecare danni psicologici e non solo, con le notizie che diffonde, ergo, anche lui dovrebbe avere una licenza, sbagli? la licenza te la tolgo. Fine.

Non è possibile assistere a telegiornali , anzi a tele- necrologi che diffondono in continuazione panico, paura, incertezza e violenza. Ogni tre morti ci infilano il meteo e al decimo cadavere, voi non li vedete, ma dalla regia festeggiano.

Mi scuserete l’articolo un po’ breve ma c’è il Tg adesso. Ciao a tutti

CONSIDERAZIONI SERALI

Ci sono persone che tendono inesorabilmente alla provocazione, a screditare in continuazione il pensiero altrui, a sminuire il prossimo, subentrano nei discorsi con la loro saccenteria, come a dire, “eccomi io sono dio e la verità ce l’ho in tasca” Ohibò.

Il loro scopo non è interagire, confrontarsi, bensì mostrarsi al pubblico, in tutto il loro splendore.

Probabilmente scorrendo il loro albero genealogico, scopriremmo che discendono da antiche dinastie di re.

Anche se è più probabile che i loro antenati fossero degli umili sguatteri (con tutto il rispetto).

Amici miei, se ancora ne ho, sappiate che queste sono persone deboli ed insicure. Se voi li attaccate, loro si volatilizzeranno nelle crepe dei muri come scarafaggi.

Ribadisco, entrate sempre in punta di piedi e con umiltà nei pensieri altrui.