
In questa seconda puntata, vi parlerò del rapporto trainer/cliente.
In tutti i lavori connessi con il settore dei servizi, si cerca di creare un rapporto EMPATICO con il cliente, in modo tale da, non solo chiudere il contratto, ma soprattutto fidelizzare il cliente. Quando una persona “si sente a casa” a patto che abbia ovviamente la necessità del prodotto che gli state offrendo e le relative disponibilità economiche, bene quella persona state pur certi che acquisterà da voi.
Essere empatici è una dote che si ha o non si ha, punto. È questione di come siete voi, come persona. Non fingete ciò che non siete, il cliente lo percepisce subito.
Mi sento un po il Roberto Re di turno.
Torniamo a noi
Per il trainer il rapporto empatico può essere un’arma a doppio taglio. Perché è vero che vi permette di fidelizzare, ma vi espone, se non dosato nella maniera giusta, al rischio di entrare troppo in confidenza con il cliente.
Entrare troppo in confidenza con il cliente significa SOCCOMBERE.
Si traduce al 99,9% in continui cambi di orario, mancati pagamenti o pagamenti puntualmente in ritardo, modifiche del piano di allenamento in base all’umore della giornata, perdita di professionalità nel rapporto di lavoro.
Ho visto tanti colleghi, uscire a bere qualcosa con il cliente, farsi una partitella a calcetto e perché no una bella pizzata con relative compagne.
Evitatele come la peste.. Non cadete nel tranello. Lavoro è lavoro ragazzi.
Qualche mese dopo puntualmente si lamentavano perché avevano perso il cliente.
Allenare significa entrare nella sfera emotiva, tant’è che dopo la seconda lezione, per i più coriacei alla terza, saprete già vita morte e miracoli del vostro cliente con relativi nomi e cognomi dei relativi amanti ma di questo ne parleremo nella terza puntata
Stay tuned